Stamattina ci siamo alzati presto perché oggi, 22 marzo, è una giornata importante. Oggi si va a Latina, per partecipare alla “XIX giornata della memoria e dell’impegno” organizzata dall’associazione Libera, una marcia colorata e pacifica in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie. Quest’anno il tema è “Radici di memoria, frutti di impegno”, per cui abbiamo preparato un sacco di spille a forma di frutta che porteremo addosso durante la marcia. Su ogni frutto è scritto il nome di una vittima. Una bella metafora.
Alle 4:30 ci siamo ritrovati in piazza Aldo Moro, zaino in spalla e occhi abbottonati. Nessuno per la strada. Già qui si respirava il clima di eccitazione tipico di queste gite, in cui si ha voglia di partire per vivere e condividere insieme agli altri le emozioni di una giornata di così grande impegno sociale. Si parte, con due autobus pieni di giovani, pieni di vita.
Eccoci, siamo arrivati. Il viaggio è stato più lungo del previsto per cui abbiamo camminato poco, una marcia un po’ ristretta. Però il corteo lo abbiamo visto bene..tutte quelle persone, più di 100.000 dicono i giornali, tutti lì per lo stesso motivo, con la stessa forza, a manifestare la propria fondamentale presenza. Ad aprire il corteo i familiari delle vittime, che portano sul petto le foto dei propri cari, facendoli camminare con noi.
La folla si riversa nella piazza principale di Latina dove da un palco alimentato a pedali da volenterosi ciclisti, cominciano gli interventi. Vengono letti uno ad uno i nomi della circa 900 vittime, una lista lunghissima sorretta dal suono debole di un violino e una chitarra. Quella lista la senti fin dentro la pancia, ti muove gli organi dall’emozione. Ogni nome è una storia, ogni nome è una vita spezzata. Impossibile non sentire la rabbia. Ma la cosa più bella e commovente di questa giornata è vedere tutta quella gente, è capire che allora la speranza c’è, perché siamo in tanti a non voler dimenticare quei nomi, siamo in tanti a non accettare di far finta di nulla. A Latina, in un territorio in cui la mafia si fa sentire, oggi ci siamo noi, a ricordare le persone che hanno provato a reagire, che hanno cercato di cambiare le cose e così hanno cambiato il mondo. Fa caldo, c’è il sole. Credevamo piovesse e invece no.
Ieri il papa, che da Roma ha parlato ai mafiosi dicendo di convertirsi e di smetterla di fare il male, e oggi noi, qui, insieme. Sono passi importanti quelli di oggi.
La lettura finisce lasciando un secondo di silenzio. Poi parte un applauso lunghissimo colmo di rispetto.
Un applauso lunghissimo.